Eh si, il nostro beniamino comincia a godere anche della notorietà del primo quotidiano nazionale...
«Se mi tagghi nun vale», l'inarrestabile ascesa di Papero, romanaccio su YoutubeAndrea Moraldi ha 38 anni, fa il promotore finanziario: le sue riscritture di hit famose impazzano sulla rete
Se mi tagghi nun vale, Te taggo su Facebook, La ronda mia, Hanno chiuso er nonno ar bagno. Su Facebook e su Youtube quei video sono diventati una specie di culto, cliccati migliaia di volte in poche settimane. Le melodie di pezzi celeberrimi fanno da sfondo a siparietti di vita romana a metà fra satira e ritratti su quel che succede in città. «Ce s'è chiuso nonno ar bagno, ce dovete da scusà» è il ritornello sulle note dell'hit degli 883 Hanno ucciso l'Uomo Ragno. E poi il visitatissmo Se me tagghi nun vale», che ricalca Julio Iglesias, in testa all'elenco di una sessantina di altri brani che raccolgono centinaia di commenti divertiti. Copyright «er Papero».
PROMOTORE FINANZIARIO - L'autore è Andrea Moraldi, detto «er papero». Lo chiamano così da quando, in terza media, si ruppe «la caviglia giocando a pallone e per qualche tempo camminavo come molleggiando su e giù. Gli amici mi affibbiarono quel soprannome che da allora mi è rimasto», racconta adesso il «cantautore» che di anni ne ha 38 e fa il promotore finanziario dopo un passato di ristoratore. «Avevo due locali, a Trastevere e ai Castelli. Li ho venduti. La nuova attività è meno stressante». Il tempo libero è per la musica anche se per il «Papero» suonare è sempre stato più che un hobby tanto da avere un suo «complesso, quello dei Reflex, con cui facciamo pezzi rock e pop».
TRA GARBATELLA E TRASTEVERE - E poi c'è l'attività di questi tormentoni che stanno spopolando sulla Rete. Raccontini di vita quotidiana in una casa qualunque tra Ostia, Garbatella, Montemario e Trastervere. C'è la giornata al mare raccontata in Giuglio (le note sono quelle di Luglio col bene che ti voglio) dove un bimbo discoletto di nome Giulio si rifiuta di tornare a casa, facendo impazzire i genitori che lo rincorrono in spiaggia. E le disavventure sentimentali con la fidanzata/moglie Silvana, «sempre la stessa, un personaggio femminile che ho descritto in molti brani con i tic di tutte le mie ex». Oggi nun ce sveja manco un chilo de viagra, canta Andrea in Giocamo ar dottore, che racconta una crisi di desiderio da cancellare con la speranza di «trasformarmi ner gorilla der Crodino». Dimme Sirvà 'ndo stanno le All Star, si lamenta «er Papero» (riadattando Video killed the radio star, dei Buggles) con la compagna che riesce a far sparire tutto, dalla «maglietta der Brasile» «ar giubbetto co' la zip». Conclusione: «Pe' trovà na felpa qua me ce vo' er tuttocittà». E ancora, quelle rime beffarde su certe insopportabili abitudini di Facebook. Come nel caso di Guerra per bande, liberamente ispirata a Ricominciamo»di Adriano Pappalardo: «M'hai aggiunto sei volte ar tuo calendario pe' esse sicuri de fasse l'auguri e io passo la notte a ignorà sta rottura der tuo evento».
DALLA BACHECA - Tutto è nato per caso: «Ho incominciato pochi mesi fa, scaricando sulla mia "bacheca" una canzocina composta senza starci troppo a pensare. Ma complimenti e visite si sono moltiplicati. E ho proseguito». Su Youtube, alcuni suoi brani sfiorano i 200 mila contatti mentre i video (che il «Papero» monta da sè, con foto raccolte da internet) fanno il giro di tutti i net sociali. «Nelle arti figurative mi sono sempre destreggiato - sostiene orgoglioso Andrea -, forse per merito di mio padre Alfredo, pittore a via Margutta e sindacalista vecchio stampo. Sempre dalla parte di chi le prende e degli sfortunati». Come il meccanico che sul raccordo (lo racconta in Io sbando, adattamento da «Io canto» di Cocciante) viene mandato contro il guard-rail da un suv, «i portantini m'hanno raccolto mentre parlavano de nazionale». Ma anche l'emarginato mollato dalla fidanzata. In un angolo della periferia romana, Dammi solo un minuto dei Pooh è arrangiata così: «Sto qui ar bar de casa mia, di solito qui passa la polizia e qualcuno se lo porta via. Me sorrise, aveva solo tre denti de cui uno nero. Silva, senza te er Johnny Walker nun lo bevo più».
Alessandro Fulloni
Fonte:
Corriere.it